mercoledì 9 dicembre 2009

Quando il Nome Inganna

Credo se ne sia discusso già altrove, ma a volte penso che uno dei problemi legati al videogioco e alla sua riconoscibilità come prodotto infantile derivi dal suo stesso nome. La parola gioco viene infatti spesso accomunata a qualcosa utile ad intrattenere le persone senza però avere una valenza seria del concetto stesso. Non a caso difficilmente ci capita di pensare al gioco come a qualcosa che possa includere al suo interno sesso, violenza, guerra, sangue, letteratura, musica, game design o molti altri aspetti che spesso invece rappresentano la base di un videogioco. Leggo un libro, quindi faccio qualcosa di costruttivo, ascolto musica, per questo mi arricchisco, guardo un film e passo quindi due ore diverse dalla solita routine, ma quando "gioco" ad un videogioco per la maggior parte della gente vuol dire che sto facendo qualcosa di infantile o poco profondo, qualcosa comunque che non richiede particolari sforzi psico-fisici da parte mia, praticamente sto usando un giocattolo.
Ovviamente non è così (anche se la parola videogames ha un ovvio senso nel momento in cui si iniziò a programmarli), ma se al posto di videogioco si fosse utilizzato un nome quale "film o libro interattivo" probilmente si sarebbe partiti con un piede diverso.

Nessun commento:

Posta un commento