giovedì 7 gennaio 2010

Ritorno alle Origini

E' di qualche tempo fa la notizia, data in un editoriale, che dal mese di Gennaio la famosa testata The Game Machines smetterà di allegare giochi alla propria rivista. Ho letto con molto piacere le parole del giornalista e ho condiviso molti concetti da lui espressi, quando infatti diversi anni fa si decise di portare avanti questa scelta editoriale e commerciale non esitai, dopo pochi numeri, a smettere di acquistare quella che, personalmente, ritenevo la miglior rivista di settore in Italia. Pensai esattamente quello oggi viene scritto in questo editoriale e cioè che una rivista di videogiochi deve rimanere tale e non trasformarsi in un rivenditore/venditore di videogiochi, perchè è esattamente questo quello che era diventata The Game Machines e, prima ancora, Giochi per il mio Computer, vero precursore di questa pessima idea. Il risultato è stato ovviamente scontato, con una utenza più interessata al gioco allegato rispetto ai contenuti della rivista, con il rischio di vedersi abbassare costantemente la qualità di questi.
Mi auguro, prima di tutto, che questo non sia un caso isolato e che finalmente l'editoria videoludica, e le sue riviste, torni a fare quello che deve fare, occuparsi di videogiochi e del mondo (enorme) che vi ruota attorno. Inoltre, spero vivamente che questo stesso giornalismo si possa evolvere ed inizi, concretamente, a discutere ed analizzare non solo il prodotto videogioco in sè ma anche le meccaniche di mercato che ci ritroviamo oggi in Italia. E' questa forse la più grande lacuna informativa che il nostro giornalismo non ha ancora imparato a conoscere e diverse mie chiaccherate con qualche esponente di settore ne è stata una triste conferma. Ho, ad esempio, seguito da molto vicino la nascita di un portale come quello di Gamesvillage e non ho potuto far altro che notare una gestazione lunga, con idee commerciali interessanti che però volevano essere dirette e sviluppare da chi in realtà non aveva le reali conoscenze per farlo, dimostrando ulteriormente quelle lacune di cui parlavo prima. Ho sorriso di fronte agli ADV presenti all'interno di una rivista da me comunque molto apprezzata come Game Pro (ovviamente poi chiusa) in cui un "famoso" rivenditore di videogiochi pubblicizzava orgogliosamente la vendita di R4 per Nintendo Ds, e questo per diverse uscite mensili proprio mentre la casa di Mario faceva partire la solita (ma spesso inutile) campagna contro la pirateria su console.
Così come non posso smettere di domandarmi come mai molti giornalisti abbiano scoperto l'esistenza di negozi retail solo tramite Gamestop che è tutto tranne che l'icona della specializzazione di settore.
Come si suol dire chi vivrà, vedrà! Certo, TGM ha dalla sua il nome e la storia e se dovesse avere successo, credo che un po' di speranza per un futuro di settore più professionale possa nascere anche da queste iniziative.

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