martedì 26 gennaio 2010

Il Raduno dei Migliori


Una delle esperienze più paradossali alle quali ho preso parte è stata la fiera italiana dedicata all'incontro tra i vari distributori e produttori del mondo videoludico con i buyer di settore per discutere le novità in arrivo e pianificare così il target commerciale per i prossimi mesi. Si parte subito alla grande con la definizione classica della location, come ogni anno questa si tiene infatti in una classica città italiana chiamata........Cannes, sì avete capito bene, la mega riunione di condominio si tiene in Francia e prende il nome di IDEF, ovviamente il perchè di tale scelta ancora me la devono spiegare. Partiti di buon ora, in auto, per una strana coincidenza astrale alla guida della vettura ci si siede il sottoscritto, così come avevano fatto prima di me altri miei colleghi illustri, forse il nostro ex titolare ci aveva scambiati per autisti/magazzinieri (ma questa è un'altra storia), dopo alcune ore di viaggio si arriva sulla splendida Croisette dove piano piano prende corpo il programma di giornata e si inizia ad incontrare, in modo informale, parte della ciurma che andrà a prendere parte all'evento. Immaginatevi una serie infinia di nerd (non chiunque ci mancherebbe, anche se ad essere onesti un po' lo siamo tutti) che finalmente vede la luce del sole e sogna una serata fatta di alcool e sesso.
Il giorno dopo, la fiera ha finalmente inizio e viene a galla la prima splendida realtà, l'organizzazione fa pena, gli orari degli appuntamenti non vengono quasi mai rispettati, c'è chi furbescamente organizza presentazioni al bar o in bagno, di soppiatto, per evitare che quel buyer possa parlare con il distributore di turno e magari fregargli qualche fornitura. I pochi che rispettano gli orari sono ovviamente anche quelli che in linea di massima contano meno, vuoi mettere una catena di negozi contro un paio di buchi sparsi per la provincia bergamasca? Chi invece non si presenta proprio, o è in giro dietro qualche hostess (vedere un buyer di un'importante catena di negozi in cannottiera sporca, panza enorme ed accompagnatrice annessa non ha prezzo) o semplicemente non vuole vedere la tua faccia, perchè ovviamente in questo settore funziona spesso così.
Ero talmente sorpreso dalla situazione che non ho potuto far altro che confermare le mie impressioni anche ad un giornalista di una delle riviste di settore che seguono e spesso sponsorizzano l'evento. Risultato? Faccia assente e mezzo sorriso come per dire "tu non sai chi sono io", purtroppo più avanti capirò. Perchè poteva mancare il super concorso a premi per papponi organizzato proprio dalla suddetta rivista? Una scena deprimente, che non dimenticherò mai, una saletta dove amici e parenti si scambiavano pacche sul sedere e toccate di seno per ricevere premi che nessun'altro avrebbe mai potuto vincere, con una serie di comportamenti da "magna magna" che neanche l'epoca d'oro della DC potrebbe contrastare. Per i restanti due giorni ho purtroppo dovuto convivere con questa immagine negl'occhi con l'unica piccola consolazione che tra la massa, qualche personaggio serio e con un background culturare/lavorativo sopra la media, l'ho conosciuto.

Viva l'IDEF, viva i buyer!

lunedì 18 gennaio 2010

Le Tangenti del Nuovo Millennio

Non possono essere definiti in altro modo quegli aspetti della GDO/GDS che, per noi comuni mortali, vengono definiti contributi marketing e premi di fine anno. Concetti che ovviamente riguardano tutta la grande distribuzione organizzata, indipendentemente dal tipo di prodotto trattato. Di rencente è stato pubblicato un articolo sulla defunta rivista Game Pro in cui veniva analizzato il problema che affligge la distribuzione retail nei confrondi della GD, venivano descritti alcuni aspetti che personalmente ho reputato pertinenti ma che non spiegavano completamente la realtà dei fatti. I motivi per cui oggi aprire un negozio di videogiochi è un'impresa decisamente ardua sono molti, ma basta elencarne alcuni per capire come ad oggi non esiste una vera concorrenza di mercato ma una suddivisione dei profitti che molte volte, e paradossalmente, non arrivano dalla singola vendita di prodotto.
I contributi di cui parlo sono a tutti gli effetti tangenti che vengono "donate" inesorabilmente da qualsiasi produttore/distributore di prodotti che intende vendere la propria merce attraverso famose catene quali Media Markt, Euronics, Gamestop, Carrefour e chi ne ha più ne metta. Parliamo quindi di percentuale garantite di "premio" da corrispondere alla chiusura di ogni anno fiscale alla catena di turno per il semplice motivo che vi ha fatto il grande favore di vendere i vostri prodotti nei propri negozi, a questo aggiungiamo l'obbligatorio contributo marketing per favorire la visibilità della vostra merce all'interno degli store o tramite promozioni volantino/catalogo che, come è inevitabile che sia, non vedono produrre praticamente mai l'obiettivo che si erano previssati. A questo aggiungiamo il reso obbligatorio della merce invenduta ed eccoci spiegati il perchè molto spesso un negozio retail non ha possibilità di competizione nei confronti di queste strutture distributive non avendo i vantaggi di cui sopra e di come i guadagni effettivi in GD molto spesso arrivino per vie traverse.
La speranze ovviamente ci sono ancora, servire una zona ancora "incontaminata" senza quindi centri commerciali o store di catene varie, specializzarsi puntanto sulla competenza e professionalità cosa che praticamente manca sempre in GD e differenziarsi costantemente proponendo prodotti che difficilmente possono essere acquistati altrove in grado inoltre di creare quella fornitura costante di merce che spesso può fare la differenza. Certo sono solo pochi punti ma credo fortemente siano la base unica per contrastare una situazione di mercato che spero, in futuro, possa cambiare drasticamente per tornare ad avere una libera e corretta concorrenza di settore.

giovedì 7 gennaio 2010

Ritorno alle Origini

E' di qualche tempo fa la notizia, data in un editoriale, che dal mese di Gennaio la famosa testata The Game Machines smetterà di allegare giochi alla propria rivista. Ho letto con molto piacere le parole del giornalista e ho condiviso molti concetti da lui espressi, quando infatti diversi anni fa si decise di portare avanti questa scelta editoriale e commerciale non esitai, dopo pochi numeri, a smettere di acquistare quella che, personalmente, ritenevo la miglior rivista di settore in Italia. Pensai esattamente quello oggi viene scritto in questo editoriale e cioè che una rivista di videogiochi deve rimanere tale e non trasformarsi in un rivenditore/venditore di videogiochi, perchè è esattamente questo quello che era diventata The Game Machines e, prima ancora, Giochi per il mio Computer, vero precursore di questa pessima idea. Il risultato è stato ovviamente scontato, con una utenza più interessata al gioco allegato rispetto ai contenuti della rivista, con il rischio di vedersi abbassare costantemente la qualità di questi.
Mi auguro, prima di tutto, che questo non sia un caso isolato e che finalmente l'editoria videoludica, e le sue riviste, torni a fare quello che deve fare, occuparsi di videogiochi e del mondo (enorme) che vi ruota attorno. Inoltre, spero vivamente che questo stesso giornalismo si possa evolvere ed inizi, concretamente, a discutere ed analizzare non solo il prodotto videogioco in sè ma anche le meccaniche di mercato che ci ritroviamo oggi in Italia. E' questa forse la più grande lacuna informativa che il nostro giornalismo non ha ancora imparato a conoscere e diverse mie chiaccherate con qualche esponente di settore ne è stata una triste conferma. Ho, ad esempio, seguito da molto vicino la nascita di un portale come quello di Gamesvillage e non ho potuto far altro che notare una gestazione lunga, con idee commerciali interessanti che però volevano essere dirette e sviluppare da chi in realtà non aveva le reali conoscenze per farlo, dimostrando ulteriormente quelle lacune di cui parlavo prima. Ho sorriso di fronte agli ADV presenti all'interno di una rivista da me comunque molto apprezzata come Game Pro (ovviamente poi chiusa) in cui un "famoso" rivenditore di videogiochi pubblicizzava orgogliosamente la vendita di R4 per Nintendo Ds, e questo per diverse uscite mensili proprio mentre la casa di Mario faceva partire la solita (ma spesso inutile) campagna contro la pirateria su console.
Così come non posso smettere di domandarmi come mai molti giornalisti abbiano scoperto l'esistenza di negozi retail solo tramite Gamestop che è tutto tranne che l'icona della specializzazione di settore.
Come si suol dire chi vivrà, vedrà! Certo, TGM ha dalla sua il nome e la storia e se dovesse avere successo, credo che un po' di speranza per un futuro di settore più professionale possa nascere anche da queste iniziative.

lunedì 4 gennaio 2010

Avanti il Prossimo

Di ritorno dalla mia consueta gita in Polonia ho avuto la veloce occasione di passare alla Fnac e notare che anche l'ultimo baluardo contro la vendita di videogiochi usati era caduto. Da qualche tempo quindi anche la Fnac è entrara di prepotenza nel glorioso mondo dell'usato tanto odiato dalle software house del pianeta. Da utente finale ovviamente non posso che esserne felice anche se la questione prezzo di rivendita è tutta da verificare, per quello che ho potuto vedere direi che siamo su di un livello più ragionevole rispetto a Gamestop (vero massificatore dell'idea), allo stesso tempo però mi rendo conto che questa scelta non farà altro che accelerare il processo che porterà ad una diffusione sempre maggiore del digital delivery, pratica di vendita che personalmente non adoro (ovviamente riferito al mondo dei videogiochi) soprattutto in relazione al fatto che attualmente un gioco in digital delivery ha spesso un costo decisamente sproporzionato rispetto al prodotto che viene acquistato e non ne giustifica pienamente la scelta rispetto ad uno in "scatola". Sono ancora convinto che dovranno passare diversi anni prima che il fenomeno si espanda ulteriormente e, allo stesso tempo, sono certo che questo cambiamento non si rivelerà particolarmente vantaggioso dal punto di vista economico per l'utente finale.