venerdì 30 aprile 2010

Ne Resterà Soltanto Uno

Il principale competitor di Gamestop in Europa è la catena inglese Game, storica insegna nata nel 1992 come Rinho Group e presente sul mercato con oltre 1.000 negozi sparsi tra Spagna, Francia, Scandinavia, Portogallo, Repubblica Ceca, Inghilterra ed Irlanda.

Qualche giorno fa, in riferimento al mercato anglosassone, sono stati resi noti i dati relativi alle vendite per l’anno 2009, che ha avuto un calo (seppur previsto in un periodo di crisi come quello attuale) del 28%. Questo risultato porterà all’inevitabile chiusura di 100 store entro il 2013. Tenendo presente che altri ne erano stati già chiusi, questa tendenza conferma i dubbi relativi  ad un’espansione territoriale scellerata attuata dalla catena in questione ed ora seguita a ruota dal suo competitor principale, Gamestop.

Il mercato inglese è, attualmente, il più importante in Europa, nonostante questo sta subendo un riassetto generale che, come potete vedere, sta portando alla chiusura di diversi punti vendita. Se analiziamo la situazione in Italia, quarto mercato per importanza, ritroviamo un trend che rispecchia, in modo molto simile, l’espansionismo scellerato portato avanti da Game ed ora replicato da Gamestop con aperture continue che attualmente contano 330 negozi di cui oltre la metà ha una metratura media di uno sgabuzzino.

Preso atto del fatto che il target fissato dai geni di cui sopra è 500 negozi solo in Italia (ripeto, quarto mercato in Europa e in calo di oltre il 10% rispetto all’anno precedente!), riesce così difficile capire che il punto di non ritorno (o di chiusura, fate voi) è dietro l’angolo? Annullata la concorrenza e creatasi così una competizione interna paurosa, quali altri target ci si potrebbe fissare? Ha senso continuare con questa politica distruttiva (per logiche di mercato) sapendo che in un futuro non tanto lontano il digital delivery potrebbe farti ciao ciao con la manina?

Non riesco a spiegarmelo, e vedere molte insegne storiche fare una fatica terribile per sopravvivere è un’ulteriore conferma di come il mercato rischi veramente di esplodere.

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